curiosità stroriche padovane  1°

I CINEMA DI PADOVA
Luigi Valerio

Questa mia passeggiata per la città ripercorrerà un itinerario in una Padova che in gran parte non esiste più grazie alla crisi generale, alla mancanza di parcheggi, alla poca sicurezza per le strade di notte,  ai gusti della gente cambiati e dirottati su altro genere di divertimento e spettacolo, precisamente attraverso i cinema che una volta erano numerosi, 27 sale nel 1980, e quasi tutti in centro, che oggi non esistono più in quanto trasformati in altre attività o fermi , come si sul dire con “ le quattro freccie “. Come raccontare di vecchi amici che se ne sono andati, con cui abbiamo percorso insieme parte del  tempo di questa vita. Dove oscuri proiezionisti operando nelle loro anguste cabine di proiezione, nell’assordante rumore dei proiettori, prima funzionanti a carboni, poi con le lampade, ed infine con le lampade allo xenon; inviavano nella sala un magico fascio di luci ed ombre in costante movimento. Ricordo i sedili di legno, gli altoparlanti gracchianti delle sale dove il film era proiettato in pellicole a 16 millimetri ( il passo normale delle pellicole è a 35 millimetri). Mentre solo pochissime sale invece erano in grado di proiettare i rari film il 70 millimetri perché necssitavano di macchine da proiezione particolari, cito un film per tutti “ Lawrence d’Arabia “.  

 Inizierò dal cinema che più ha colpito la mia fantasia di spettatore, si tratta del cinema Italia, una piccola sala parrocchiale che aveva una peculiarità unica, essendo il locale diviso in due da colonne sull’asse orizzontale della sala, per superare questo ostacolo grazie ad una serie di specchi e alla rifrazione dell’immagine esistevano 2 schermi paralleli dove in uno ovviamente si vedeva perfettamente,nell’altro l’immagine sra leggermente meno marcata, inoltre si faceva il cinema all’aperto nel campo da calcio della parrocchia. Trasformato in residence con una serie di appartamenti. Nella stessa zona esisteva il Cinema Venezia anche questo con uno spazio aperto tra una serie di alberi che fungevano da muro per le proiezioni estive. Trasformato in una serie di piccoli negozi. Il cinema Eden invece , in Piazza Cavour con i suoi oltre mille posti a sedere dove vidi  per la prima volta ‘ 2001 odissea nello spazio ‘ è stato trasformato in un fast food. Durante la seconda guerra mondiale gli cambiarono nome in Adua, perché Eden era il nome di un ministro inglese, nostro nemico; nel dopoguerra riprese il suo nome originale. Il cinema Marconi vicino a Santa Giustina dove si accedeva in sala solo lateralmente. Oggi diventato palestra. Il cinema teatro Garibaldi in Piazzetta Garzeria ( nato come teatro Duse ) tra i primi ad aprire e tra i primi a chiudere, addirittura abbattuto senza preavviso e trasformato in supermercato. Ricordo un solo film che io abbia visto lì “ Affondate la Bismark “, pellicola in bianco e nero.

Come non ricordare l’elegante cinema teatro Concordi, sorto sulle ceneri del Teatro Obizzi, dove i miei genitori mi portarono a vedere Ben Hur e più avanti negli anni dove vidi “ Il dottor Zivago “ per la prima volta con il sistema Dolby Stereo, dove non ho mai visto una rappresentazione teatrale, dalla facciata elegante e il piccolo piazzale antestante racchiuso da una muretta. E poi il cinema Altino in via Altinate con ben 814 posti a sedere, dove invece vidi per la prima volta “ I dieci comandamenti “, ricordo che non volevo andarlo a edere, poi invece rimasi a vederlo ben 2 volte. Si organizzavano dalla provincia pullman per andarlo a vedere. Il tetto del cinema era stato progettato per poterci fare il cinema all’aperto, ma non venne mai utilizzato. E il sottostanbte pivccolo cinema Mignon, nato come sala d’essai sull’onde dei film culturalmente impegnati. Oggi in un abbandono desolante. E il cinema Corso dove saltuariamente si faceva la rivista di avanspettacolo, con due colonne nel fondo della platea con i suoi 850 posti divenuto sede di una Bamca. Qui vidi un film in 3D con gli occhialini dalle lenti una rossa e una verde, sistema che non ebbe successo; oggi invece in auge. Il cinema Roma con la sua stretta sala in Prato della Valle chiuso e trasformato nella filiale di una banca locale. Il cinema Pio X la più grande sala parrocchiale della città con i suoi 550 posti, dove venivano proiettate pellicole per le famiglie, ancora funzionante, trasformato in 3 sale Così pure il cinema Excelsior in vicolo S. Margherita, d’estate si faceva il cinema all’aperto nel campo di calcio adiacente. Poi c’era ancora il cinema Lux che ricordo per una lunga serie di proiezioni di film di Kung Fu e che da solo ha consumato una copia del film “ Il laureato “ ripetutamente proiettato a poca distanza di tempo. Oggi vi si proiettano pellicole molto impegnate.

Per poi arrivare al Supercinema già Principe ( a volte Supercinema-Principe ) in via Emanuele Filiberto, che gareggiava per il primo posto di sala più capiente , anch’esso con oltre 1000 posti, dove si proiettavano tutte le prime visioni con il biglietto più caro della città e dove a volte si facevano i concerti dei cantanti, ne ricordo uno con Gianni Morandi; ora divenuto punto di vendita di una grande casa internazionale di abbigliamento. Il cinema Arcobaleno, l’ultimo costruito a Padova, con cognizioni moderne, con una struttura semisferica , i posti digradantie il grande schermo per i film in cinemascope; con 805 posti a sedere. Oggi trasformato in sala Bingo. La piccola sala del Ruzzante dove si visse la gloriosa stagione dei Cineclub, e qui venivano proiettate vecchie pellicole di film classici fuori mercato in rassegne monografiche di attori, registi o generi che faceva accorrere tutti gli studenti universitari  in riviera Ruzzante visto il buon prezzo del biglietto. Ora sala congressi. Il cinema Cristallo che aveva anche lo spazio accanto per fare il cinema all’aperto dove vidi “ La conquista del West “ film girato in cinerama ( uno schermo semicircolare con 3 proiettori a proiezione diretta e laterale che contemporaneamente proiettavano una sezione del film. A Padova non c’è mai stato un cinema in grado di farlo  ), oggi chiuso dopo lunghi anni di film a luci rosse e un tentativo di riportarlo alla programmazione normale come Nuovo Cristallo.  Il cenema Patronato del Santo gestito dai padri Giuuseppini dove entravi pagando 10 lire se avevi frequntato la dottrina, dove quando si proiettavano i film western c’era una cavalcata generale, tutte battevano i piedi per accompagnarne il ritmo. Chiuso quando i Giuseppini lasciarono il complesso trasformato in residence. Il cinama Casalini ai Carmini sempre con le proiezioni all’aperto sul campo di calcio della parrocchia. Il cinema Olimpia che cambiò invano il nome in Olimpico anche lui con lo spazio per il cinema all’aperto che però dava disturbo alle case vicine, con 850 posti a sedere. Con la facciata in un inequivocabile aspetto del ventennio.

Chiuso e trasformato in discoteca anchessa chiusa. Ricordo che quando facevano i film all’aperto ( nell’area oggi c’è un parcheggio ) dal terrazzo sopra la mia casa si vedeva la proiezione, ma non si sentiva il sonoro. C’era poi cinema Vittoria quello che aveva una dubbia fama e dove vidi il mio primo film vietato ai minori nella nebbia del fumo delle sigarette ( si, perché una volta al cine si fumava ) quando ancora esisteva la censura oggi quasi totalmente sparita. Trasformato poi in cinema Ariston per cercare di rivalutarne la nomea, ma che non ebbe fortuna. Trasformato in una carloeria oggi anch’essa chiusa. E  il cinema Astra al di là del cavalcavia della stazione all’Arcella, dove da bambino vidi il terrificante “ Peter Pan “ di Walt Disney con il suo Capitan Uncino. Oggi trasformato in una multisala da 3 schermi. E poi il cinema Biri alla Stanga, sul piazzale, col suo grandissimo schermo e i suoi 850 posti, trasformato in 3 sale con l’avvento delle multi sale, ma che non ebbe fortuna in questa operazione forse perché vicino alla famigerata via Anelli, vi si accedeva infilandosi attraverso lo spazio esistente tra due ali del fabbricato dove c’erano esercizi commerciali. Oggi ridotto a sale da conferenze ma apparentemente poco utilizzato.

Il cinema Esperia a Chiesanuova sala parrocchiale che annoverava tra i suoi clienti i soldati delle vicine caserme, ancor oggi in attività. La piccola sala del Torrsino vicino all’omonima chiesa. Dove avevi l’opportunità di vedere un film prima che scomparisse dal circuito commerciale Ricordo una versione di “ Via col Vento “ in 5 tempi. Oggi vi si proettano anche vecchi film classici e si fa una rassegna estiva all’aperto nel campo da basket. Il cinema Rex a Sant’Osvaldo anche questo cinema parrocchiala come molti altri qui citati un po’ fuori mano che serviva il quartiere in cui si trova, anche lui tra i pochi sopravissuti. Aperto qualche giorno nella settimana. Il cinema Ducale a ridosso di Porta Santa Croce che dopo un lungo periodo di film a luci rosse è stato dimezzato ricavandone un supermercato, per poi essere chiuso. Il piccolo cinema teatro Don Bosco a Forcellini che alterna proiezioni domenicali a spettacoli teatrali e cineforum. Idem dicasi per il Piccolo teatro Don Bosco alla Paltana che d’estate fa cinema all’aperto. Il cinema Monte Venda a Brusegana, chiuso, e li vicino il cinema Ai Colli oggi teatro ai colli. Il cinema San Marco a Ponte di Brenta chiuso. Il cinema Alessandro Volta a Voltabarozzo che è stato chiuso. Tutte sale di periferia nate per servire prevalentemente il quartiere o la frazione. C’era poi il cinema Antonianum dove Padre Covi istituì uno dei primi cineforum della città. Passato alle rappresentazioni teatrali e poi chiuso definitivamente. Il Cinemazza, ancora vivente ma a quasi esclusivo uso degli studenti del collegio Mazza in via Savonarola. Il cinema Quirinetta in Piazza Insurrezione dove a Natale si proiettavano i film di Walt Disney, fatto di un’unica grande gradinata senza divisione fra galleria e platea ( metodo che è stato adottato dalle nuove sale cinematografiche ) che consentiva a tutti una perfetta visione dello schermo, chiuso anni or sono. A Camin c’era il cinema Odeon ma a onor del vero li non ci sono mai entrato, sparito, trasformato in qualcosa d’altro. Ancora il cinema Arcella già Nazionale , praticamente all’ombra della chiesa di S. Antonino appunto all’arcella, chiuso, demolito e riedificato come casa di accoglienza per  immigrati. Il cinema Aurora a Pontevigodarzere, prima del ponte sul Brenta e l’omonimo Aurora di tencarola. Entrambi chiusi, il primo dopo essere stato trasformato in sala da ballo.

Con essi è scomparso un modo di divertirsi che coinvolgeva famiglie e singoli, prevalentemente nelle giornate festive, deputate al riposo e al divertimento.

 Dove nell’ombra delle sale nascevano conversazioni sui temi dei film e a volte teneri incontri di coppiette in cerca di intimità. Dove a volte si restava a vedere per due volte lo spettacolo e potevi entrare in qualsiasi momento dello spettacolo. Non come oggi dove tutto è regolamentato, ingressi rigorosamente prima dell’inizio del film e uscita obbligatoria dopo la fine. Dove le caramelle i non i pop corn e Coca Cola facevano da dolce intrattenomento in bocca. Dove in pizzeria ci andavi in  ambienti vicini e non a ridosso delle sale. Dove non c’era bisogno di parcheggio perché tutti abitavano in centro o dalla periferia ci si spostava con i mezzi pubblici. Dove Padova era ancora una piccola città di provincia e non l’intasata e brulicante città di oggi. Luoghi caduti in un oblio dove eravamo avvolti dallo schermo, spesso seduti nelle prime file con il campo visivo assorbito dallo schermo sognare, viaggiare in pesi allora lontani e vivere emozioni che la vita e la routine quotidiana non ti poteva dare. Come detto tutti posti in posizione strategica nel cuore, nel centro della città, quando il parcheggio per l’auto non era la condizione primaria per andare in un posto a divertirsi. Dove i gestori non ostentavano l’insipienza ottusa, e quella mancanza di iniziativa che oggi ti propongono le multisale con nulla di megio, solo un’ottica diretta al mero profitto, senza lasciare nessuno spiraglio a quella forma di socializzazione che il cinema porta nel suo DNA. Dicono che nel 2015 non ci saranno più film in pellicola, sarà tutto in digitale. Sarà la morte del cinema, di un modo di fare spettacolo nato poco più di cento anni or sono con  quel treno che arrivava alla Gare de Lyon filmato dai fratelli Lumiere.

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